venerdì 18 marzo 2011
Lettera di Adriano Celentano al Corriere della sera
La cosa piu incredibile che più di tutti impressiona è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica ma piuttosto qualcosa di maleodorante e che di propostito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male.
Sparisce quindi quel campanello di allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo, un qualcosa che detto in una parola si chiama sospetto. E di sospetti sul nostro presidente del consiglio tanto per fare un esempio ce ne sono abbastanza e così, nel bel mezzo di una tragedia che sta vivendo il giappone dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane senza contare l'aspetto piu insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del consiglio non demorde. Il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta, chi se ne frega della sovranità popolare. Ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo e Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e 300.000 persone venivano evaquate dalle loro case ci ha tenuto a ribadire con una certa fierezza il suo parere favorevole al nuclerare facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancora iniziato i lavori. Caro Casini che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione anche se è orribile. L'Italia è uno dei paesi a maggior rischio sismico. Come tu sai le radiazioni sono pericolose non soltanto perchè si muore ma per il modo in cui si muore, una sofferenza di una atrocità inimmaginabile e poi non si è mai in pochi a morire specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono piu sicure della seconda e che ancora piu sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli ipocriti marci. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche anche di decima e undicesima generazione il vero pericolo sono soprattutto le scorie radioattive che nessuno sa come distruggere e che gia più di mezzo mondo ne è impestato. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. E' una preghiera, una preghiera che non è rivolta ai politici, loro non sanno quello che fanno. Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici, di destra, di sinistra, studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum, questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di natale.
Adriano Celentano
lunedì 7 marzo 2011
La A.S.L. non paga, Polsarda protesta
Questo è l'articolo comparso due giorni fa sulla Nuova Sardegna.
A quanto pare anche quella parte di lavoratori e sindacati che mesi fa si sono dissociati dal protestare in comunione con la CGIL e i colleghi di Olbia, hanno finalmente deciso di manifestare il proprio disagio.
La situazione che si è sviluppata in questi ultimi mesi è la seguente;
dopo il sit-in e lo sciopero attuato dalla Filcams CIGL di Olbia e di una parte di guardie giurate che operano appunto a Olbia, l'azienda si è impegnata ad erogare gli stipendi ai dipendenti che operano nell'ambito della sicurezza aeroportuale. Questo è nato con tutta probabilità per via delle pressioni della società di gestione dell'aeroporto (GEASAR) attuate nei confronti della Polsarda, per fare in modo che i "propri" addetti alla sicuezza lavorassero in tutta serenità e probabilmente evitare altre proteste simili che non facevano di certo bene all'immagine che la GEASAR ha di se.
Purtroppo quella fetta di torta però, non basta per pagare tutti gli stipendi arretrati di tutti i dipendenti. Il "conflitto" quindi è stato inevitabile.
Io capisco e sono solidale con i colleghi che lavorano a Sassari, qui a Olbia abbiamo vissuto le stesse situazioni e ci siamo mossi per manifestare a favore dei notri diritti.
L'unica domanda che mi sono posto è questa, perchè le sigle sindacali di Sassari e i dipendenti non si sono uniti a quelli di Olbia 5 mesi fa per la stessa causa?
Potevamo stare tutti nella stessa barca, tutti uniti e compatti forse potevamo ottenere molto di più.
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